di LM agosto 2014
Non c’è nulla di nuovo? Parole, discorsi, ragionamenti che si ripetono su questo tema del collocarsi, del trovare un luogo, una casa, un rifugio.
Eppure questa preoccupazione non ci consegna alcuna soluzione vera rispetto alla sfida del futuro. Con le parole del passato, con gli schemi mentali tradizionali, con la tattica del posizionamento non si possono interpretare e pensare strategie e azioni che riguardano i giovani, il cambiamento costante, la società di oggi che ha bisogni reali e quotidiani.
Questa geografia politica assomiglia sempre più ad un ragionamento astratto e assolutamente sorpassato. Il fenomeno Grillo, costruendosi il 5 Stelle, ha distrutto questo modo di rappresentare la politica e di fare politica. Non l’abbiamo capito?
Il nostro luogo non è nello spazio politico ma nel tempo politico.
Se vogliamo essere un movimento che guarda al futuro, dobbiamo parlare un linguaggio nuovo e diverso. Quello che vogliamo è rispondere alle esigenze delle persone che hanno bisogno di una prospettiva positiva che riguardi il lavoro, la salute, la famiglia, la sicurezza. Che risponda ai tanti temi concreti che fanno parte della vita. Questo è il compito difficile: essere capaci di dare risposte… di costruire soluzioni.
Il vero posizionamento sono le nostre posizioni chiare (o da chiarire) rispetto a questi temi che sono le cose che veramente importano alle persone.
Se dobbiamo disegnare una società per il futuro, il bilancino, che il linguaggio della vecchia politica ci offre, non potrà mai consentirci di trasmettere la nostra visione di società alle persone, ai cittadini, a quelli che ci hanno già votato e ci hanno voltato le spalle.
Noi non siamo un partito che si colloca, siamo un movimento che si muove verso i bisogni delle persone con soluzioni reali e con la capacità di farsi comprendere.
Dobbiamo diventare un partito di persone competenti che sanno parlare con la gente e trasmettere una prospettiva e un disegno di futuro per l’Italia.
In questo compito ci aiuta la condizione di essere un partito che non deve proteggere e conservare nessun diritto e posizione acquisita. Ci aiuta la nostra condizione di libertà vera. Ci deve dar forza il compito difficile.
Chi ha votato Scelta Civica la prima volta aveva un modello rappresentato da un uomo che si era fatto carico di un compito difficile anche più difficile. Per salvare l’Italia era necessario operare al di fuori e al di sopra delle logiche e degli interessi di destra e sinistra perché quelle logiche e quegli interessi sono il freno che l’Italia ha sopportato fino ad oggi. Allora si era arrivati ad un punto di rottura. Oggi ce lo siamo dimenticato, forse, ma le ragioni del declino sono ancora presenti e ben rappresentate nella società e nel parlamento.
Il nostro luogo è necessariamente il futuro perché non possiamo costruire una società moderna, capace di affrontare le sfide della modernità, se non si sapranno coniugare e sviluppare le esigenze che tutti i cittadini hanno di avere pari opportunità, di veder valorizzato il loro lavoro, di veder riconosciuti i propri diritti.
Non ci può essere un dualismo tra libertà e giustizia sociale. Il rapporto tra Cittadino e Stato si deve rovesciare. Lo Stato deve dare risposte con un disegno e in un quadro preciso, dove l’Italia sia capace di avere un ruolo in Europa perché ha capito e affermato quale sia la sua identità.
L’Italia è il Paese dove la cultura, il paesaggio, la creatività sono espressione degli Italiani. Anche nella politica, specialmente nella politica c’è bisogno di cultura e creatività. È necessario passare da una politica dei posizionamenti e della difesa di interessi a una politica capace di fare.
In questo Scelta Civica, così come era nata e nei principi che l’avevano originata, rappresenta ancora oggi un obiettivo da conseguire insieme, un traguardo da raggiungere, un monito per coloro che si affannano a trovare una collocazione per conservarsi uno spazio che si fa – in questo modo – sempre più piccolo.
Le persone, che votano con la testa, capiscono queste cose. Hanno votato un uomo che aveva aumentato le tasse e che aveva cambiato il sistema delle pensioni. Hanno capito che la strada che quell’uomo aveva iniziato a percorrere era quella giusta per un futuro aperto ai giovani.
La strada maestra per la rinascita di Scelta Civica è prima di tutto quella che ci porta a riscoprire i valori, gli obiettivi, le ragioni – scritte in documenti, affermate in discorsi pubblici – che fanno di questo movimento una forza di rinnovamento, di riforma, di costruzione di nuove prospettive.
Il vero bipolarismo non sarà tra destra e sinistra ma tra che vuole conservare e che vuole andare verso il futuro. Quando questo scenario sarà chiaro ed evidente noi sapremo quale sarà la nostra collocazione non solo temporale ma anche geografica e politica.
Gli italiani vorranno cambiare solo quando capiranno di averne bisogno.
Luca Monti
1 agosto 2014
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