Delle due mozioni che si sono contrapposte nell’Assemblea di Scelta Civica si evince che una delle contese – forse la più importante – riguarda i gruppi parlamentari.
Nella deliberazione, passata a maggioranza, si dice che i parlamentari iscritti a Scelta Civica hanno 15 giorni per decidere di aderire al nuovo gruppo, seguendo la disciplina di partito e abbandonando il gruppo originario di Scelta Civica alla Camera.
Questa dichiarazione politica, che rappresenta una posizione della maggioranza di un organo di partito, non è in linea con il principio di “libertà di mandato” sancito dall’art. 67 della Costituzione (che tale rimarrà sia che vinca il si oppure il no al referendum).
La libertà di mandato e il divieto del mandato imperativo sono ben definiti per quanto riguarda i singoli parlamentari nei confronti dei partiti ma questi principi sono estesi anche al rapporto tra partito politico e gruppi parlamentari.
Per questa ragione il gruppo parlamentare si dota di un proprio statuto e proprie regole che audoterminano la sua vita e la sua operatività in parlamento.
Ora, come accade talvolta nel nostro strano partito, ci troviamo con una situazione del tutto inedita. Il segretario del partito è uscito dal gruppo con altri quattro deputati ed è entrato nel gruppo misto. Ha chiesto alla presidenza della camera il riconoscimento di un nuovo gruppo parlamentare, che si chiama anch’esso Scelta Civica (perché non già solo Cittadini per l’Italia) nel quale sono presenti anche parlamentari di altre realtà politiche, tra queste spicca Ala ma ci sono anche due deputati di Maie (all’opposizione).
La Presidenza della Camera, per dirimere la stranezza, ha chiesto ad un parlamentare del PD un approfondimento per arrivare a dirimere la questione.
Da qui nasce il punto delle due mozioni: una che si rifà ai valori fondanti, l’altra a una prospettiva di tattica politica che potrebbe portare a risultati migliori.
Due gruppi di 16 deputati (il minimo è 20 ma sono concesse deroghe) si fronteggiano. Forse il tentativo è di forzare qualcuno a una scelta di campo verso l’altro gruppo?
Chi volesse approfondire il punto giuridico, che è fondamentale in questo caso, suggerisco l’analisi del sito internet dell’enciclopedia Treccani: Gruppi parlamentari e partiti politici
Il punto politico è invece più delicato. La domanda di fondo è: che cosa può cambiare se si costituisce il gruppo Scelta Civica verso Cittadini?
Se i contenuti sono quelli che il segretario ha cercato di esprimere in questi 18 mesi di gestione di Scelta Civica, la risposta da parte degli elettori, del pubblico, nostra, è la medesima di prima. SC non ha guadagnato nulla. Siamo sempre e comunque allo 0,
Ma allora quali sono i contenuti, le strategie, le azioni nuove che possono spostarci dallo zero? Non può essere solo il matrimonio con Verdini e i suoi! Perché la gente dovrebbe apprezzare? Soprattutto la “nostra gente” che vede nel valore della legalità un punto fondante?
Stimo la capacità, le competenze e la dialettica di Zanetti ma…, pur messe mediaticamente in campo da più di un anno, sempre ci relegano allo zero.
Forse obietterà che la sua immagine è migliorata come dimostrano gli indici di gradimento nei suoi confronti… allora perché non prende la sua strada e si libera del retaggio di Scelta Civica che un po’ lo costringe e lo limita?
Ci sono troppe domande… leggo la sua mozione e non trovo le risposte.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.