Nel salotto di approfondimento di Lilli Gruber si è giocata una partita di rimpiattino tra Travaglio e Renzi che ha impegnato molto l’esperta giornalista nella direzione del traffico.
La sensazione che ne ho tratto è stata che nessuno dei due ha convinto o vinto questa schermaglia. Di certo la verità si è persa nei numeri, nelle critiche, nelle parata e risposta del premier. Si è persa.
Un po’ come si è annacquato il senso del referendum nelle parole del quesito che Renzi ha letto in trasmissione. Ma dov’è finita la verità? Sta nella superficie del quesito? chi può dire di no a una domanda formulata così. Eppure ci sono mille modi per realizzare quello che il quesito ci propone, ma la legge costituzionale è una, è quella…
Ormai abbiamo capito tutti che non è la migliore proposta possibile. È quella che è nata nelle condizioni politiche che si sono determinate. Non si poteva fare di meglio. Però traccia un passaggio, un nuovo scenario e indirizzo.
Anche nel dibattito sui numeri e sulle forme dell’occupazione, la verità si è persa. Ma l’occupazione è figlia del jobs act o di una debolissima ripresa? Degli incentivi o delle regole nuove?
La politica – oggi – non è in grado di determinare cambiamenti epocali, può solo incentivare o scoraggiare alcuni fenomeni economici perché i sistemi in cui siamo inseriti sono troppo più grandi di noi. È la ragione per cui l’Europa ha un senso e deve presto trovare anche un cuore e un’anima (i nostri staterelli sono troppo piccoli per giocare la partita).
Alla fine infatti sembrava che ciascuno dei due dovesse recitare il proprio spartito: il giornalista che incalza (ma lo fa per partito preso: stile piove governo ladro) e il politico che elenca le tante cose fatte, sorvolando sulla complessità della realtà e sulle cose che non hanno funzionato. Bravi ma in un “copione”.
In questo modo ci siamo persi un’occasione per capire qualcosa. Credo che la verità ce la dobbiamo costruire in un modo diverso. La Tv non aiuta e Internet è ancora troppo e troppo poco.
La conclusione è che di fronte a questo scenario politico e dell’informazione (e in fondo anche umano) ci dobbiamo chiedere se dobbiamo accontentarci di ciò che c’è o forse non è necessario impegnarci a costruire un’alternativa vera.
“La verità vi farà liberi”: cerchiamo di dare un contenuto e un contenitore a questa frase che in sé, oggi, sembra ancora rivoluzionaria. Chiediamoci: che cosa possiamo dire e fare noi.
Luca Monti
Como, 23 settembre 2016
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