Reddito di cittadinanza. Questa è la settimana di passione e – forse – resurrezione del famoso reddito. Non solo. È uscito il bando per i Navigator. Sì i 2980 angeli custodi.
Andiamo con ordine.
Con il fiato sospeso più di quattrocentomila richiedenti aspettano proprio ora l’sms o l’email che conferma l’esito. E poi, che sorpresa sapere quanto. Ma quanto ti hanno dato?
Quante delusioni per chi non aveva capito. Ci aveva sperato. Si era illuso.
Invece la faccia che si illumina quando hai fatto il pieno. Ma è lordo o netto?
Per ora ancora non si sa nulla di chi ha magari approfittato, di chi ha imbrogliato, di chi non ha voglia di lavorare – dico – ma ci prova… a chiedere il reddito perché al lavoro ci si pensa dopo, con calma, con i navigator.
All’appello non hanno risposto tutti quelli che pensavo. C’è chi si è spaventato per quella pena da due anni in su per le dichiarazioni mendaci. “e se mi scoprono con il mio lavoretto?…” forse aspetto di capire un po’ come funziona. “La domanda l’ha fatta Michele. Se gli va bene a lui, poi la faccio anch’io, giusto Miché?”. Fa sì con la testa e poi mi dice “Sei il solito fifone furbo tu…”
Ma la cosa più gustosa sono state queste risposte dell’Inps. Chi l’aveva mai vista un’Inps con lo spirito social che cerca di sdrammatizzare nella giungla internet delle domande più scalcagnate e delle obiezioni folli, delle domande già risposte e delle ingiurie… e giù a più non posso.
Con la signora, la funzionaria dell’Inps, che finisce in ospedale per stress lavoro correlato e il nuovo presidente dell’Inps che corre dal letto di corsia all’ufficio e via con le dichiarazioni: una per precisare che la signora è dipendente fissa, non precaria e l’altra che “quello che risponde al social, quello no, ci pensiamo noi, non accadrà più”. È giusto che risponda con il solito piglio grigio, amministrativo, tombale di una amministrazione rispettabile. E chi sarà mai questo tizio, non sarà un boicottatore, uno di quelli messi lì con quei contratti precari da qualche testa d’uovo della sinistra.
Però il capolavoro è con i navigator (Italia di santi, poeti e navigator).
È uscito il bando e, in quello, scopri tutto. Scopri che c’è stato un lavoro di cesello fino. Pura letteratura amministrativa. Sono studiati i numeri, le prove, le collocazioni, i titoli di studio. Inarrivabili per il vicepremier e ministro. Per il capo supremo della vicenda. Ma quello che mi ha colpito, a me, navigator della prima ora, che ho solcato da più di vent’anni i mari dei “collocamenti”, quello che mi ha colpito di più è: ma che cacchio fa questo navigator?!
La risposta è perfetta. Hanno preso il migliore per scrivere queste righe pregne della nebbia che solo a Capo Horn un navigator potrebbe incontrare.
Punto 1: supporta gli operatori dei CPI nella definizione e qualificazione del piano personalizzato previsto dalla norma;
Tradotto: aiuta gli operatori del centro impiego. Come? Non prende in carico i disoccupati e gli cerca un lavoro? No. È un consulente. Mah. Guardiamo un po’ più avanti per capire meglio.
Punto 2: svolge una funzione di assistenza tecnica agli operatori dei CPI impiegati nel supporto ai beneficiari del Reddito di cittadinanza nel percorso di inclusione socio‐lavorativa
Rieccoci. Assistenza tecnica, supporto per i percorsi di inclusione sociale e bla bla bla.
Punto 3: supporta i CPI nel raccordo con i servizi erogati dai diversi attori del mercato del lavoro…
Evvai. Ho capito. 2980 redditi risparmiati, no, meglio: convertiti in puro lavoro di aiuto verso il prossimo. È una cosa nobile e bella. L’ho fatto anch’io per qualche anno. So che non funziona. Il disoccupato lo devi prendere in carico, stabilire un patto che lo impegna veramente, condividere bisogni, aspettative, vincoli, possibilità e realizzare insieme un piano, pieno di errori, di capovolte e di rilanci. Una cosa tremendamente difficile. Ma quella cosa lì, che serve, certo che serve, non è il lavoro di questi navigator e non è nemmeno il lavoro della stragrande maggioranza degli operatori dei centri per l’impiego. Punto. Punto a capo e lettera maiuscola.
Sì è vero, c’è anche un punto 4. Uno spera sempre nell’ultimo punto che magari raccolga qualche ragione buona, di salvataggio del vuoto dei primi 3. Ma è anche peggio.
Punto 4: collabora con gli operatori dei CPI al fine di garantire la realizzazione delle diverse fasi del processo di servizio previsto dalla norma e assicurare i diritti e i doveri dei beneficiari.
Ma quando mai un orientatore (questa è la traduzione di navigator) potrà andare a insegnare a un operatore del CPI come sono fatte le norme. Una cosa che imparano benissimo da soli e potrebbero insegnarla all’Università.
La settimana si annuncia di passione e non di resurrezione. E chi ci sperava ha fatto la figura del bambino che rompe l’uovo e trova la stessa, identica, macchinina dell’anno prima.
Solo che in questa Italia delle banane, è la stessa macchinina delle ultime venti pasque. La stessa di papà vent’anni fa.
Un governo del cambiamento che mette ancora e sempre la stessa sorpresa nel uovo di Pasqua.
Cambiamo Governo per favore, qui si naviga a vista e dove l’acqua è bassa.
Intanto il bilancio dello Stato fa acqua da tutte le parti e l’iva al 25 rischia di non essere nemmeno una sorpresa.
Prima che il gallo canti – 20 aprile 2019
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