I NODI AL PETTINE DELL’UOMO QUALUNQUE NELLA STANZA DEI BOTTONI

 

La pandemia colpisce e affonda con il suo crash test un altro principio fondativo del Movimento Cinquestelle.

“Uno vale uno” era già caduto per la candidata sindaca di Genova. Poi qualche altra volta, per ribadire il concetto, con la giustificazione dei bachi di Rousseau. Il mito della rete e della comunicazione fai da te aveva ceduto alla lusinga delle ospitate in tivvù.

Alla fine però l’onda ha continuato a montare fino a travolgere la politica tradizionale con il successo elettorale che li ha portati al governo con due bandiere diverse in due anni. Gli uomini qualunque sono entrati nella stanza dei bottoni. Una gavetta di una legislatura bohemien tra urla e sceneggiate dentro e fuori dal palazzo dei bottoni.

Con la Lega hanno imbastito due pasticci economici e sociali come quota 100 e reddito di cittadinanza. Hanno mostrato tutta la fanfaronaggine economica dei grullini ma il cambio di governo e una finanziaria scritta con l’inchiostro simpatico ha occultato colpe e colpevoli. E sarebbe andata avanti per un po’, con previsioni di crescita fasulle. Tanto è una storia che non vedremo mai.

Perché la Storia – quella vera – è arrivata e ha cancellato tutto con un tratto deciso.

Il governo era già cambiato da qualche mese, gli uomini qualunque si erano mischiati con quel PD, IV e LEU, che sembravano paria fino a pochi mesi prima.

Gli uomini qualunque, di fronte alla pandemia, hanno – giustamente – riconosciuto che la competenza per l’uomo qualunque può avere un valore, purchè non gli appartenga.

Da usare e gettare. Possibilmente da rinnegare, quando le cose si dovessero mettere male.

Allora sono spuntate come funghi le task force.

Giusta misura, soprattutto perché se non ci capisci niente di temi complessi, come fai a decidere? Ma anche decidere richiede competenza. Competenza politica. E qui casca l’asino.

 

E allora capita…

Capita che un ministro della giustizia lusinghi un uomo di giustizia per poi ripensarci. D’altronde il problema non è come e perché.

Il problema vero, per il ministro, è che le ingiustizie, del ministro di giustizia, l’uomo di legge se le tenga per sé, riservate. E che cavolo, non si deve dire che il re è nudo.

Semmai che lo dica un bambino non un pubblico ministero. Che il pubblico ministero non renda pubblico il mistero. E che cavolo… come si permette poi di tirar fuori questa storia che i boss non sarebbero contenti. Questa è cattiva informazione! Peggio. È diffamazione! Lo ascoltiamo increduli.

Nella battaglia navale si dice: COLPITO

 

Ma il giorno dopo arriva un’altra notizia.

C’è chi si è dotato di task force, ha emanato un bando veloce, con 300 risposte e proposte, evviva l’Italia che reagisce. È la Ministra pentastellata dell’innovazione.

Riceve la relazione sull’app, predisposta in tempi record dalla commissione apposita, che dice che ci sono due soluzioni buone da provare in parallelo perché una sembra migliore ma l’altra potrebbe anche quella andar bene. Two is meglio che one, secondo gli esperti.

Allora che fa la ministra?

Carta e penna… no qualcosa di più moderno e veloce. Scrive al capo del governo degli “uomini qualunque” e comunica che gli esperti hanno scelto UNA APP. Come una!? Quelli han detto due. L’hanno scritto.

Non sono marziani e non tornano su Marte. Non gli hanno tagliato la lingua, ancora.

E infatti le bugie, me lo diceva la nonna, hanno le gambe corte.

Così passano i giorni e un giornalista coglie la falla e scrive l’articolo.

E vai. Si dovrebbe dire: COLPITO ANCORA

 

E non è finita perché c’è un altro ministro che ama le task force. Quella Ministra dell’Istruzione che ha lasciato praticamente senza istruzioni 700mila insegnanti per due mesi. Quando diceva qualcosa, si alzavano le sopracciglia ma poi la voce rimaneva bassa. Zitti e remare.

Tutti promossi. Sì dai, lo sapevamo già ma forse non si doveva dire. Gli esami così e cosà. Sì ma forse sarebbe meglio… E a settembre? Si vedrà con la task force!

Ma come? Hai un ministero con un milione di dipendenti, nemmeno fossi il signor Bonaventura?

E vabbè, è la moda di questi tempi difficili e complessi. Che disdetta, che sfortuna. Noi pensavamo di governare un paese di patatine, coca cola e noccioline.

Il 4 maggio si riapre mezza Italia. Le imprese si sono attrezzate con i dispositivi, il distanziamento… ma anche i mezzi di trasporto pubblico e così via.

Ci sono qualche decina di migliaia di bambini che non vanno a scuola però. Mamma e papà non sono in smart working. I nonni sono a rischio e chiusi nelle loro case.

Domandona. Chi si prende cura di loro? Dove sono? Cosa fanno? Di chi è la responsabilità?

Eppure ci sono edifici scolastici fantasma. Ci sono insegnanti, un po’ digital divide, che potrebbero supplire ma anche educatori, terzo settore, studenti universitari di pedagogia in attesa di tirocinio. Non sarà scuola, non sarà un doposcuola. Sarà forse un prescuola, della scuola che verrà a settembre, forse.

Di certo una soluzione andava pensata e prima del 4 maggio. Ministra ti prego batti un colpo. Ci sei?

Ma qualcuno potrà dirlo che IMPREPARATO questa volta se lo becca la ministra stessa?

In un paese normale, in condizioni normali, si direbbe COLPITO AFFONDATO.

A domani, per tutta la flotta.

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