Il Bonus partite iva e autonomi

un Bonus o un Malus per gli autonomi?

 

Il governo pare abbia accolto un principio che era stato evocato in un articolo di un mese fa sulle 600 euro alle partite iva.

Mi sembrava che un bonus uguale e fisso fosse sbagliato in quanto poteva essere percepito da chi ne aveva bisogno e da chi no. Perchè un lavoratore autonomo può percepire un aiuto se non ha avuto un danno dall’emergenza?

Inoltre la sua “uguaglianza” non era garantita dalla cifra fissa, perchè dava una risposta uguale a condizioni di reddito e stili di vita e impegni economici diversi legati alle spese dell’attività (affitti, utenze, finanziamenti…).

Il bonus sarà sì erogato in automatico nel mese di aprile e proprio per questo resterà di 600 euro, mentre per la mensilità di maggio salirà fino a 1000 euro ma solo per partite Iva e autonomi che abbiano perso tra marzo e aprile un terzo del reddito o del fatturato rispetto allo stesso bimestre del 2019.

Quindi questa nuova misura, allo studio per maggio, mentre ad aprile rimarremo con il nostro gettone di 600 euro, accoglie il principio ma utilizza un mezzo improprio come strumento per applicarlo.

È la famosa vittoria a metà. Le vittorie a metà hanno il sapore delle sconfitte quando si cerca di analizzarle per bene.

Il fatturato sarà la misura del discrimine. Qualora l’autonomo abbia fatturato meno del 30%.

Ma il fatturato, come avevo verificato con un po’ di esperti che consultai un mese fa, non è un buon indicatore. La fattura si riferisce a un lavoro del passato. Potrebbe essere pagata o meno nel periodo di emissione. Magari non pagata proprio.

Può avvenire paradossalmente che ti paghino il lavoro di gennaio e febbraio a marzo o aprile, perché di solito i tempi sono quelli.

Sarà valida la data di fatturazione? Attenti ai furbi che posticiperanno.

Sarà valida la data di pagamento? Attenti agli sfortunati. A me – faccio parte della categoria – ne hanno pagata una a marzo che si riferiva a un lavoro di settembre e ottobre.

C’è anche un aspetto, non secondario, nella vicenda. Riguarda qualche milione di partite iva, quelle in qualche modo agevolate dal regime forfetario. Queste non hanno l’obbligo di fatturazione elettronica. Bel problema. Bel problema per lo Stato.

Vabbè, un colpo al cerchio e uno alla botte.

Insomma… lo Stato siamo ancora noi e quindi il colpo lo prendiamo sempre e, qualche volta, doppio.

Ma quale poteva essere l’alternativa?

Una proposta l’avevo fatta arrivare su un tavolo a Roma. Forse è scivolata in un cassetto.

C’erano un bell’elenco di principi, che vi risparmio, e un articolato emendamento al Decreto Cura Italia:

ARTICOLO INDENNITÀ PER LAVORO AUTONOMO E IMPRENDITORIALE EMERGENZA COVID 19
  1. Ai liberi professionisti titolari di Partita iva, agli imprenditori di ditta individuale, ai soci di società di persone e ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata di cui all'articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, è riconosciuta una indennità fino a un massimo di 1200 euro determinata sulla base del minor reddito presunto.
  2. L’indennità variabile di cui al presente articolo è determinata sulla base di un coefficiente di rischio settoriale/professionale calcolato dal Ministero dell’Economia (tabella) e applicato in misura scalare agli scaglioni di reddito del contribuente sulla base dell’ultima dichiarazione dei redditi. Tale indennità non è soggetta a imposte e contribuzione e sarà liquidata dal Ministero dell’Economia.
  3. L’Agenzia delle Entrate provvederà alla verifica successiva sui redditi 2020 per richiedere eventuali compensazioni.
  4. La copertura delle indennità così determinate sarà garantita attraverso una dotazione di XXX milioni di euro per l’anno 2020 attraverso le risorse previste ai sensi dell’articolo (numerazione dell’articolo di copertura finanziaria).

 

Ma come, in base agli Ateco si apre o si resta chiusi, e non si riesce a capire chi ci guadagna e chi ci perde in questo scenario? Un po’ di sforzo di analisi ci può stare.

Se poi arriveranno i fondi europei per la disoccupazione, i criteri di attribuzione saranno valutati da chi ci darà fiducia.

 

Imprenditori e partite iva di tutta Italia unitevi, unitevi, unitevi.

 

Cassandra è qui che vi scrive.

E non è la prima volta: articolo precedente

 

 

 

Be the first to comment

Leave a Reply