IL MINISTRO CALENDA: “IL 4 MARZO SI DEVE SCEGLIERE TRA UNA PROPOSTA SERIA E UNA DEI FURBI”
Como, 22 febbraio 2018
Bagno di folla ieri per il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda a Como nell’incontro pubblico a sostegno dei candidati della lista +EUROPA CON EMMA BONINO. “+Europa + Innovazione + Crescita” il titolo dell’evento preceduto da un meeting ristretto del rappresentante del governo Gentiloni con una ventina di imprenditori locali. Il territorio comasco è leader mondiale nel settore della seta e sede di alcuni importanti brand del legno-arredo internazionale.
Nell’Auditorium Spazio Como dello Sheraton Lake Como Hotel, affollato di oltre 150 persone, sono poi stati presentati i candidati di +Europa alle Regionali (Giovanni Caccavello, Vera Mornatta e Luca Monti) e alle politiche (Luca Monti, Fabio Pazzini, Maria Teresa Agati, Vincenzo Camporini e Andrea Mazziotti).
Vincenzo Camporini, già capo di stato maggiore e generale dell’Aeronautica, ha parlato dell’importanza di un’Europa forte anche nelle crisi internazionali. “E’ importante studiare cosa avviene oltre le frontiere – ha ammonito – perché prima o poi avrà ripercussioni sulla nostra vita. Ora c’è la crisi in Siria, ma si parla di Putin, di Trump, di Erdogan e non di Bruxelles. Serve più Europa, e più Italia, in un’Europa in grado di fare sentire la sua voce”.
L’intervento del ministro è stato introdotto da Andrea Mazziotti, capolista di +Europa alla Camera nella circoscrizione Lombardia 2, che ha svelato come sia stato lo stesso Calenda a convincerlo, nel 2013 a entrare in politica.
“Allora si giocava una partita fondamentalmente economica – ha spiegato Mazziotti – C’era stata una profonda crisi finanziaria e si cercava di tornare alla crescita. Queste del 4 marzo invece sono elezioni diverse. Ci mettono di fronte a due visioni, pur rappresentate da tre blocchi. Una, la nostra, porta avanti il progetto di un sistema aperto, un percorso di crescita e di innovazione. L’altra vorrebbe tornare indietro e la rappresentano sia il Centrodestra che i grillini. Il centrodestra è a trazione salviniana, è per i dazi, le chiusure, per cacciare via 600mila immigrati in un giorno. I Cinquestelle vivono invece un antieuropeismo così ondeggiante da far venire il mal di mare, un giorno sono a favore, un giorno contro. Vi invito a leggere, non il programma dei Cinquestelle, fatto di tre pagine scarse senza contenuti, ma il loro blog. Sono per lo statalismo assoluto. Noi invece siamo per puntare sulle imprese, per la riduzione della burocrazia e delle tasse, per il blocco della spesa. Siamo l’avanguardia europeista, per un’Italia più forte in un’Europa più forte” ha concluso Mazziotti.
“Io non sono candidato, ha esordito Calenda, e questo ha per me un vantaggio. Posso andare a sostenere le persone in cui credo. E in questo caso credo in Andrea, in Camporini e in tutta la squadra. Nel mio governo, Mazziotti e Camporini sarebbero ministro della Giustizia e della Difesa. Servono etica e serietà, cosa che mi hanno dimostrato oggi anche gli altri candidati di +Europa alle politiche e alle regionali”.
Calenda ha poi messo in guardia i presenti sui rischi che si stanno correndo con questo voto. Ha iniziato ricordando come i numeri in Italia siano migliorati, eppure c’è chi vorrebbe tornare indietro.
“Forza Italia propone di regalare animali domestici agli anziani – ha detto il ministro – e non c’è da ridere, ma da preoccuparsi. La Lega adesso vuole statalizzare Alitalia, dove sono già finiti otto miliardi di soldi pubblici. Una follia”.
Il ministro ha elencato i dati dell’attuale situazione economica nazionale. L’export è cresciuto più che in Germania e Francia, la produzione industriale è salita del 3%, gli investimenti stimolati da industria 4.0 dell’11%, un “dato cinese”. “Il nostro rapporto tra export e Pil è del 30% – ha detto Calenda – mentre la Germania è al 50%. Colmando quei 20 punti di differenza si può costruire l’indipendenza dalla domanda interna che fa crescere lavoro e salari, come è accaduto proprio in Germania”.
“Noi siamo per proseguire sulla strada seria delle riforme per la crescita – ha aggiunto Calenda – mentre dall’altra parte ci sono i furbi, che si inventano un reddito per tutti o che dicono che il problema del lavoro si risolve con 250mila assunzioni nella pubblica amministrazione, ovvero con le stesse ricette da cui è nato il nostro debito pubblico”. Calenda ha toccato anche i temi di politica internazionale, della globalizzazione. I rischi di un’apertura eccessiva avvenuta con la Cina, che ha cancellato alcuni distretti tessili italiani. “Oggi si fa lo stesso con il Bangladesh – ha detto in ministro – Io sono per un’Europa più ferma, anche più ristretta e veloce. Stiamo pagando in molti casi, come quello della Embraco, i problemi dell’apertura sconsiderata all’Est, verso chi è entrato in Europa e in Italia, con un approccio opportunista, senza condividerne i valori”.
“Litigo con Renzi mediamente una volta al giorno – ha detto ancora Calenda, tornando al tema delle elezioni – ma credo che in questa legislatura si siano fatte tante cose importanti. Forse siamo stati antipatici, sicuramente arroganti, ma abbiamo lavorato con serietà per fare cose grandi per il Paese”.
Calenda ha chiuso il suo intervento ricordando poi l’episodio di una grave crisi aziendale a Frascati, poi risolta grazie all’intervento del Ministero, e dell’approccio diverso tra il Governo e la Lega di Salvini. “Salvini è arrivato davanti ai cancelli della fabbrica, si è fatto i selfie con gli operai, ha detto “ci penso io a sollecitare ogni giorno Calenda”. In realtà non mi è mai arrivata una telefonata. Quando gliel’ho ricordato, qualche giorno dopo, ha detto che lui aveva presentato un’interrogazione. Ho verificato, non era vero. Non si prende in giro chi lavora, chi rischia il suo posto di lavoro. Salvini tanto prende 20mila euro al mese come parlamentare europeo, senza neanche andare a Bruxelles. Io però mi sono ripromesso di raccontare questo episodio in tutte le città che sto visitando in questa campagna elettorale”.
“Anche in passato l’Italia ha avuto leader poco seri – ha concluso Calenda – Ma io non voglio questa gente. Il 4 marzo dobbiamo fare una scelta, dobbiamo pensare di essere tutti candidati. Si tratta di una battaglia di civiltà”.
di Gessica Elli
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