LA VIA DELLA BELLEZZA

C’è una bella notizia questa mattina per il primo bacino del lago di Como.

La proposta di aprire la Via della Bellezza è stata inviata a Fondazione Cariplo con l’obiettivo di far “rivivere l’Antica Strada Regia”.

Ci ha creduto per primo il comune di Blevio che, in cordata con sé, ha portato i comuni di Como, Torno, Pognana e Faggeto. La Società Archeologica Comense completa il partenariato.

Un piccolo comune presenta un Emblematico. Un fatto già emblematico di per sé.

 

La proposta

Una via d’acqua alimentata dai venti Breva e Tivan e una via di terra, arrampicata e snodata lungo le pendici ripide dei monti, collegavano da sempre i villaggi affacciati sulla sponda orientale del ramo del lago di Como. Fino alla fine dell’ottocento erano le uniche due vie che salivano da Como su su fino a Bellagio.

La modernità portò i vaporetti e poi battelli e aliscafi sull’acqua e una “carrozzabile” aprì la strada ai mezzi di trasporto su quattro ruote. Il secolo della velocità portò con sé le sue vie e i suoi mezzi di trasporto, così che l’antica Strada Regia scomparve e fu dimenticata.

La via stretta, che attraversava i borghi uno a uno con un passo lento e spesso inclinato, è svanita nei lunghi tratti boschivi. La natura con incendi, frane e vegetazione libera ha ricucito questa traccia umana e l’ha nascosta mentre passavamo sui nostri mezzi qualche decina di metri più sotto lungo il nuovo tracciato.

Nel ventunesimo secolo dell’innovazione e della comunicazione, che usa mezzi ancora diversi, che collega tutto con un clic, anche la mobilità lenta e il ricordo trovano la loro rivincita e la riscoperta di questi tracciati assume e riconquista valore. Non è più la necessità e la quotidianità che ci conducono su questi sentieri ma la scoperta di una traccia autentica, di un angolo per noi inesplorato, di un silenzio e di una pace che lungo le strade non possiamo percepire.

E non è solo un valore che vogliamo mettere a frutto nel paniere delle offerte turistiche. Anche ma non solo. C’è, per noi che abitiamo questi luoghi, la necessità di gustare in maniera diversa il territorio che abitiamo. C’è il desiderio di scoprire qualcosa di autentico che ci appartiene.

La Strada Regia rivive perché suscita nell’immaginazione quest’idea di proiezione in avanti. Assume una funzione nuova, rigenerata e resa attuale.

 

La strada tra il 2002 e il 2006 è stata recuperata all’uso nei tratti che procedono dopo Blevio fin al Ponte del Diavolo. Manca solo questo primo tratto, che è anche quello più importante e strategico, perché ricongiunge il lago con la città, con il capoluogo.

L’antica strada regia è un capolavoro della capacità di superare ostacoli, di assecondare le vie d’acqua degli innumerevoli valletti, di scavalcare gli orridi ripidissimi lungo i suoi 35 chilometri di percorso. Una frana e un incendio resero questo sentiero impraticabile.

E di fronte a un salto nel vuoto di cinquanta metri ci vuole il coraggio di proporre una soluzione per ricucire.

IL PONTE.

Ma non può essere nemmeno solo un ponte, perché c’è anche la sfida della frana che richiede una soluzione “pensata” per durare nel rispetto di chi la userà e delle caratteristiche del luogo.

Sono più di dieci anni che si sente parlare, nelle contrade di Blevio, della strada e del suo recupero. L’incrocio di tante competenze diverse ha permesso di articolare una proposta che tenesse conto della funzionalità, dell’estetica, della sicurezza, della fruibilità, dell’economicità.

Tutte qualità che rendono in sé emblematico questo progetto.

planimetria ponte-001

La natura ha fatto il suo corso e quest’opera umana non vuole sfidarla ma assecondarla e rispettarla con attenzione alla sicurezza e all’impatto ambientale ed estetico.

Ci siamo posti il problema di intervenire in maniera poco invasiva e soprattutto rispettosa dell’ambiente boschivo, coinvolgendo da subito gli agronomi nella progettazione.

 

Questo primo tratto della Regia sarà, per Como e per il primo bacino del Lario, la Via della Bellezza.

 

Immaginate una passeggiata che parte da Villa Geno tra i boschi sul primo bacino del lago, le sue vile e giardini e la valle di Cernobbio con la catena delle alpi e il massiccio del Monte Rosa.

 

Be the first to comment

Leave a Reply