dalla democrazia tradizionale alla democrazia digitale
Nella Atene antica, patria della democrazia, tutti i cittadini partecipavano alla discussione e al voto sulle questioni importanti della polis. All’adunata accorrevano tutti, salendo sulla collina accompagnati dalle guardie civiche, che tendevano una corda rossa che sospingeva verso l’assemblea. Una sanzione colpiva chi aveva la tunica segnata da quel colore. La democrazia di tutti.
Dopo tante forme di governo e poche di democrazia, la storia ce ne ha consegnato una formula sempre più stanca e sbiadita. Meglio di tutto il resto: disse un famoso politico britannico del secolo scorso. È ancora vero?
Oggi la democrazia del voto universale è in crisi. Non esiste la democrazia di tutti.
Potrebbe esistere una nuova forma di democrazia? Quella della discussione e delle decisioni dirette?
Immersi da qualche decennio in una rivoluzione digitale, iniziamo a chiederci come gli strumenti possano abilitare nuove forme di democrazia. Magari riabilitare, in una chiave nuova, la formula della democrazia diretta. Oppure… c’è chi paventa persino la delega a chi non sbaglia mai.
Un brivido corre lungo la schiena di qualcuno e qualche altro invece lo auspica. Il confronto tra un politico e un’intelligenza artificiale potrebbe essere impietoso oppure rivelare qualche sorpresa…
Nell’anno delle elezioni russe, europee, americane, il Forum sulla Democrazia e il Digitale di novembre a Roma propone una riflessione sulla Democrazia digitale e il voto.