LA SCUOLA GENERA DISPERSIONE SCOLASTICA

è impossibile cambiare scuola per chi ha sbagliato

 

La dispersione scolastica è in crescita dopo la pandemia. I dati statistici non possono rilevarla in tempo reale. Infatti, i ragazzi non si ritirano ufficialmente dai corsi. Non avrebbe senso, dal momento che esiste un “obbligo” di istruzione fino ai 16 anni. Non è interesse delle scuole cancellarli, perché il funzionamento di ciascuna scuola dipende dai numeri degli iscritti.

Nelle riforme scolastiche a partire dal 2005 si è dichiarata la possibilità di correggere la scelta sbagliata della scuola superiore nel primo biennio.

Questo anche per rispondere all’obiezione che la scelta avviene troppo presto.

Nelle prime due annualità della scuola superiore le discipline trasversali sono state potenziate e ridotte invece quelle di indirizzo, riservandole al triennio successivo. Il biennio è “orientativo”.

Tuttavia, questa impostazione è vanificata da quanto si registra negli ultimi anni.

Da una parte, durante l’anno scolastico – in particolare il primo – i ragazzi non riescono a passare da una scuola “sbagliata” a quella “giusta” nemmeno facendo domanda a novembre. Infatti si registrano numerose segnalazioni di genitori che si sono sentiti negare il passaggio per ragioni di “capienza e disponibilità”. L’unica ragione formalmente ammissibile.

Il numero dei rifiuti appare molto elevato e quindi sospetto. Comunque, evidenzia un problema sostanziale di ostacolo all’esercizio di un diritto.

Nel 2016 un’interrogazione parlamentare (video) evidenziò il problema. Una circolare del Ministero dell’Istruzione giustificava il diniego del passaggio perché il d.lgs 226/2005, in mancanza di regolamentazione di dettaglio, era da ritenersi “enunciazione di principio di ordine generale”. La risposta dell’allora ministra Fedeli era a favore del “principio” e della tesi della nostra interrogazione, salvo poi non aver provveduto alla doverosa “regolamentazione” nei decreti della primavera del 2017.

Arriviamo al 2022. Anno in cui l’Onorevole Riccardo Magi presentò a giugno una interrogazione parlamentare al Ministro dell’Istruzione dove si segnalava che gli studenti non riescono neppure a iscriversi a un corso diverso da quello sostenuto a inizio dell’anno successivo. Luglio 2022: caduta del governo.

Il problema si è puntualmente riproposto per le iscrizioni di settembre 2022. Migliaia di studenti si sono visti respingere la richiesta di cambio di scuola per mancanza di posti nelle classi scelte. Questi studenti si sono dovuti reiscrivere nella scuola dove erano stati bocciati, sia perché non avevano potuto operare il passaggio durante l’anno sia perché “rifiutati” per mancanza di posto a settembre.

Aver sbagliato la scelta dopo la terza media condanna a rimanere nella scuola sbagliata.

Qualche opportunità in più la possono avere i ragazzi che riescono ad essere promossi nella scuola “sbagliata” per poi iscriversi al secondo anno in una diversa. Ma, anche in questo caso, manca una tracciabilità di questi passaggi per misurare il rapporto tra richieste e ammissioni.

Per rispondere al problema dei passaggi, che di fatto genera dispersione, urge predisporre una procedura tracciata, chiara e trasparente sia per quelli in corso d’anno che per il cambio di scuola a settembre.

Per consentire la disponibilità di “posti” è anche importante prevedere una programmazione più attenta nella formazione delle classi prime che deve tener conto delle iscrizioni degli studenti delle medie e garantire una riserva ponderata sia per chi ripete l’anno che per chi vuole cambiare scuola.

È importante anche avere una pubblicità e accessibilità dei “posti disponibili” per consentire alle famiglie di fare la richiesta.

 

Per comprendere la dimensione del fenomeno, e quindi la gravità, basti dire che la dispersione statistica è superiore al 15%. Dato pre-covid!

Nell’ambito del progetto Nonunodimeno sulla dispersione scolastica in Provincia di Como, si registrano in media due casi per ogni classe di mancato passaggio. Una buona parte della dispersione nasce quindi da lì oltre che un orientamento inadeguato nella scuola media per la scelta della superiore.

 

 

Luca Monti

Innovazione per la scuola e il lavoro

20 febbraio 2023

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