SCUOLA

SOCIETA’ DELLA CONOSCENZA

La malattia di questo secolo sarà la mancanza di conoscenza.

 

Com’è possibile che l’Italia più scolarizzata di sempre sia così debole culturalmente? Diciamolo pure: così ignorante?

 

Provo a mettere qualche TEMA sul tavolo della riflessione

 

La scuola di massa non è scuola di qualità. Non è detto ma bisogna soffermarsi su qualche punto qualificante che consenta di far crescere la qualità della scuola.

  1. + concorrenza

La scuola pubblica ha bisogno di un significativo stimolo esterno per crescere e trasformarsi. Le riforme sono servite a poco. La scuola è un gigante di un milione di dipendenti con un compito strategico rilevantissimo. Ma non cambia: non vuole, non riesce, non può ma deve.

Deve aprirsi. Deve concorrere.

L’input POTREBBE essere esogeno?

Per esempio riconoscere alla scuola privata un vuocher equivalente al costo standard di uno studente della scuola pubblica, per stimolare una pluralità di offerta potrebbe stimolare la scuola pubblica a migliorare?

Sarebbe anche giusto perché la scuola privata svolge un servizio pubblico. Potrebbe anche essere un modo per superare l’immagine della scuola privata come una scuola per chi ha soldi o per chi deve recuperare un percorso di insuccessi scolastici (Vedi articolo di De Nicola ripreso da Ichino https://www.pietroichino.it/?p=50978 )

  1. valutazione indipendente

La valutazione e il rilascio dei titoli siano esternalizzati ad un’agenzia per la valutazione e certificazione delle competenze, che avrà anche il compito di valutare e certificare nell’ambito dei servizi e politiche attive del lavoro e nella selezione e valutazione per la Pubblica Amministrazione.

Un Istituto che non dipende dal Ministero dell’Istruzione ma da un nuovo Ministero dell’Innovazione che contenga anche l’Università e la Ricerca.

  1. la scuola + aperta e partecipata

La scuola 4.0 è una scuola aperta che “appartiene” a studenti e famiglie e non agli operatori, attraverso una riforma degli organi collegiali.

La scuola aperta ha un impatto sugli orari, sulle modalità di formazione, sulla governance delle scuole. La scuola aperta significa che anche la struttura fisica va ripensata. Le relazioni con il mondo delle imprese e quello degli adulti in generale devono trovare strumenti e modalità di contatto e passaggio. L’alternanza era solo un primo passo. Penso a un forte coinvolgimento del privato sociale e dei genitori nel tempo e spazio extracurricolare.

Corea, Finlandia, Singapore… stanno correndo molto avanti.

La classe, nelle sue varie accezioni, non deve essere solo capovolta (come si sperimenta sporadicamente) ma superata, sulla base di due criteri: attitudini e interessi da una parte e dall’altra competenze di cittadinanza.

Non una riforma, una rivoluzione che può nascere da uno stimolo di confronto tra pubblico e privato (immagino e auspico: privato sociale).

Un esempio illuminante: https://www.laboratoricivici.it/trasformano-le-pietre-in-pane/

  1. Le competenze specialistiche

Scuola aperta significa anche aperta a competenze esterne sempre più significative perché il tempo che i bambini e ragazzi vivono nella scuola è tantissimo e lì si portano tutte le istanze della crescita, dello sviluppo, delle relazioni familiari e sociali di nove milioni di italiani che non si possono affrontare solo sul piano formativo e attraverso insegnanti di discipline, ausiliari e presidi. Per bravi e competenti che siano, servono psicologi, orientatori… (decine di altri profili) e tecnologia digitale.

  1. La scuola non è spesa corrente, è investimento

Non è accettabile che il bilancio del Ministero sia composto solo di spese correnti e, in particolare, personale. Non ha senso che le strutture siano in capo agli enti locali. Come si può fare una politica scolastica prescindendo dallo spazio.

Se la società del futuro è la società della conoscenza, bisogna fare un investimento forte sulla scuola, tutta la scuola, soprattutto quella che ancora non c’è. Sulla scuola in tutte le sue possibilità espressive.

Bisogna investire per generare valore.

Ecco qualche dato economico, grazie al lavoro dell’Associazione Copernicani

https://budget.g0v.it/partition/ministero?s=

 

 

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